domenica 10 aprile 2016

LETTERA AL GRUPPO CITTADINI ECONOMIA DI FERRARA

di Claudio Zanasi
Carissimi, 
vorrei anch’io dare il mio contributo alla discussione.
Mi è dispiaciuto non poter essere presente quando avete discusso di Minsky, ma pur riconoscendo il contributo importante di molti economisti,  Keynes,Gesell, Auriti stesso (che non era economista e forse per questo più di tutti si è avvicinato alla vera soluzione) e decine di altri, ritengo molto presuntuosamente che il nostro Gruppo, abbia già abbondantemente capito quale sia la strada da percorrere.
Quindi, anche se so che è un’affermazione molto impegnativa e probabilmente non condivisa, credo di vedere, nello studio di illustri economisti contemporanei e del passato, nient’altro che un arricchimento culturale da cui trarre qualche spunto, ma soprattutto una sempre più granitica convinzione della bontà delle nostre ricerche e soluzioni.

Qui sotto ho redatto un succinto estratto della filosofia economica che credo di aver appreso in questi otto anni di studio ed esperienza, quattro dei quali nel nostro Gruppo. Qualcuno mi corregga se ho sbagliato o se non ho ben capito, poiché il mio proposito è quello di non farmi fuorviare da teorie, ancorchè stimolanti, decisamente difficili da percorrere nell’attuazione pratica. Più difficili ancora di quella che già stiamo percorrendo, che in quanto a difficoltà mi pare non scherzi proprio.
ANALISI DEL PROBLEMA
Il problema nasce, tecnicamente, da una distorta comprensione del sistema di emissione  della moneta.
Sul piano pratico, ciò comporta che quasi nessuno riesce a capire la causa del fatto che  ci troviamo in una crisi di liquidità. Con le conseguenze, tristemente note della disoccupazione, della svendita di Aziende pubbliche, del fallimento di quelle private, della decurtazione delle pensioni odierne ma soprattutto di quelle dei nostri figli e nipoti, dell’ annullamento dello stato sociale … ho dimenticato qualcosa?...
I politici e i mezzi d’informazione ce lo spiegano col fatto che “non ci sono soldi”, che “abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità”, che dobbiamo  “crescere” di più, che “dobbiamo eliminare gli sprechi”, che la “corruzione è la causa di tutti i mali”, e altre facezie, come la burocrazia, la quale, lungi dall’agevolare un processo di benessere, al pari della corruzione, c’è comunque sempre stata, ma non ha mai prodotto i danni che vorrebbero attribuirle oggi.
In realtà tutto ciò è quindi  completamente falso! La prima causa, ancorchè non l’unica, di quella che mistificatoriamente viene definita “crisi” è quella di cui abbiamo fatto cenno al primo rigo: l’emissione monetaria.
Attualmente, il denaro, viene creato in due modi:
1) La banca centrale (ora B.C.E.) emette banconote per diversi miliardi di euro e li presta, a tasso 0%, alle comuni banche commerciali. (emissione esogena).
2) Le banche commerciali, sulla base di queste riserve di denaro definito “ad alto potenziale”, a loro volta, facendo uso della “leva bancaria”,  ne emettono un multiplo, che arriva fino a 100 volte (emissione  endogena).
3) Per effetto di questo anomalo sistema, le banche private sono tecnicamente tutte fallite (infatti se ho una riserva di 1000, e presto 100 000, è sufficiente che abbia una ”sofferenza” dell’1% per mangiarmi tutta la riserva).
Il fatto, di per sè non sarebbe scandaloso, se non si analizzassero alcuni fattori:
1° - In Italia, sia La Banca d’Italia , che ogni altra banca , sono private, ed è quindi a privati che lo Stato ha delegato l’emissione monetaria,  e questi privati decidono quindi la politica economica del nostro  Paese.(Unicredit, San Paolo, Monte paschi, ecc.)
2° - Ovvio e consequenziale è che una banca privata fa in primis gli interessi dei propri amministratori e soci, non certo della collettività, per cui le scelte di politica economica sono dettate dal principio del massimo profitto e non dello Stato Sociale.( Renzo Costi: “l’ordinamento Bancario” ed il Mulino).
3° - La moneta bancaria, (endogena) è del tutto virtuale, reggendosi sulla fiducia di chi la riceve: essa è in effetti una PROMESSA DI PAGAMENTO, che si concretizza in un numeretto sui nostri conti correnti, digitato con la tastiera di un computer.
4° - Questa moneta, non è garantita da NULLA. Dal nulla nasce, e nulla la garantisce, tranne la fiducia di chi l’accetta. Nell’erogazione di un mutuo, l’unico bene reale che garantisce il “prestito” è l’immobile del cliente, oggetto di prestito. O altri beni materiali che il mutuatario concede in garanzia.
5° - Dal 1971 non c’è più l’oro che  garantisca alcuna moneta, né alcun altro valore. Le ultime vicende delle quattro banche italiane fallite, sono a dimostrarlo.
6° - Attualmente, in Italia, il totale della moneta cartacea, ammonta a circa 159 miliardi di euro. A fronte di depositi in conto corrente di circa 2250 miliardi (dati B.I.). Il che significa che la moneta “virtuale” bancaria è circa 14 volte il denaro reale. Il rapporto è circa :  7% a 93%.
Quando dico “denaro reale”, intendo “fisico”. In realtà anche il denaro delle Banche Centrali, si regge sul nulla.
Ci sarebbe in verità un altro tipo di emissione monetaria: quella delle monete metalliche, le quali  recano la scritta “ RI= Repubblica Italiana” ma rappresentano solo lo 0,3% dell’emissione esogena. Sono però concettualmente molto importanti, poiché, a differenza degli euro in banconote, (su cui troviamo scritto BCE) sono emesse direttamente dallo Stato, e quindi sono moneta NON a debito. Come lo furono in passato le 500 lire d’argento, e il biglietto di Stato a Corso Legale da 500 lire emesso dalla Repubblica Italiana dal 1975 al 1985, anch’esso NON a debito.
L’impossibilità di avere una Banca Pubblica, e di non avere il cambio fluttuante, poiché abbiamo una moneta euro che non possiamo emettere né svalutare, ci costringe a subire le politiche monetarie economiche e financo fiscali della UE, con gravissimo pregiudizio del benessere dei nostri concittadini.
SOLUZIONI
Solo per effetto di riavere una Banca d’Italia pubblica, risparmieremmo circa 75 miliardi di euro all’anno di interessi sul Debito Pubblico. Denaro che potrebbe andare a vantaggio di pensionati, lavoratori, disoccupati, ed imprese.
L’indotto che questa cifra genererebbe, sarebbe un volano economico in grado di creare un circolo virtuoso di  Maggior Domanda Interna-Apertura aziende- Maggior occupazione-Maggior disponibilità economica- Maggior Domanda Interna, e così via. Con conseguente maggior gettito fiscale, e maggior PiL. E conseguentemente calo del rapporto Debito/PiL.
Tutto ciò, senza uscire dall’euro, dalla UE, e senza rivoluzioni violente.
Esistono poi soluzioni ancor più radicali, prodromi dell’uscita dall’euro, che tutti noi conosciamo ed abbiamo ampiamente dibattuto, come i CCF, una moneta parallela sovrana da poter gestire emettendola e svalutandola alla bisogna, e aggiungo, TUTTE le banche nazionalizzate, o a riserva 100%.
Ridotto in questi pochi termini, mi rendo conto che la narrazione appare un po’ semplicistica. Ma forse , più generosamente, potremmo definirla correttamente “più semplice” nel senso che qualsiasi altra teoria che ne fuoriesca dal solco, comporterebbe a mio avviso quasi un depistaggio ideologico.
Un saluto sincero a tutti, Claudio Zanasi 


1 commento:

  1. Aggiungo due fatti, molto indicativi a sostegno di quanto detto: il primo: negli ultimi 20 anni, la richezza mondiale appartenente all'1% della popolazione, è passata dal 40 % al 51%. Alla faccia della crisi...
    il secondo, apparentemente irrilevante, ma assolutamente sintomatico: cosa fu fatto negli anni '80 in Italia per sopperire alla cronica mancanza di "spiccioli"? (leggi: denaro) si emisero miliardi in "assegnini" e si diede di fatto corso legale ai gettoni telefonici. Ovvero si introdusse denaro fresco, o il suo succedaneo di una moneta complementare, per aumentare liquidità. Con buona pace di Banca Centrale e di usura bancaria, essendo denaro NON a debito.

    RispondiElimina