di Claudio Zanasi
Carissimi,
Mi è dispiaciuto non poter essere presente
quando avete discusso di Minsky, ma pur riconoscendo il contributo importante di
molti economisti, Keynes,Gesell, Auriti stesso (che non era economista e
forse per questo più di tutti si è avvicinato alla vera soluzione) e decine di
altri, ritengo molto presuntuosamente che il nostro Gruppo, abbia già
abbondantemente capito quale sia la strada da percorrere.
Quindi, anche se so che è un’affermazione
molto impegnativa e probabilmente non condivisa, credo di vedere, nello studio
di illustri economisti contemporanei e del passato, nient’altro che un
arricchimento culturale da cui trarre qualche spunto, ma soprattutto una sempre
più granitica convinzione della bontà delle nostre ricerche e soluzioni.
Qui sotto ho redatto un succinto estratto della filosofia economica che credo di aver appreso in questi otto anni di studio ed esperienza, quattro dei quali nel nostro Gruppo. Qualcuno mi corregga se ho sbagliato o se non ho ben capito, poiché il mio proposito è quello di non farmi fuorviare da teorie, ancorchè stimolanti, decisamente difficili da percorrere nell’attuazione pratica. Più difficili ancora di quella che già stiamo percorrendo, che in quanto a difficoltà mi pare non scherzi proprio.
ANALISI DEL PROBLEMA
Il problema nasce, tecnicamente, da una
distorta comprensione del sistema di emissione della moneta.
Sul piano pratico, ciò comporta che quasi
nessuno riesce a capire la causa del fatto che ci troviamo in una crisi
di liquidità. Con le conseguenze, tristemente note della disoccupazione, della
svendita di Aziende pubbliche, del fallimento di quelle private, della
decurtazione delle pensioni odierne ma soprattutto di quelle dei nostri figli e
nipoti, dell’ annullamento dello stato sociale … ho dimenticato qualcosa?...
I politici e i mezzi d’informazione ce lo
spiegano col fatto che “non ci sono soldi”, che “abbiamo vissuto al di sopra delle
nostre possibilità”, che dobbiamo “crescere” di più, che “dobbiamo
eliminare gli sprechi”, che la “corruzione è la causa di tutti i mali”, e altre
facezie, come la burocrazia, la quale, lungi dall’agevolare un processo di
benessere, al pari della corruzione, c’è comunque sempre stata, ma non ha
mai prodotto i danni che vorrebbero attribuirle oggi.
In realtà tutto ciò è quindi
completamente falso! La prima causa, ancorchè non l’unica, di quella
che mistificatoriamente viene definita “crisi” è quella di cui abbiamo fatto
cenno al primo rigo: l’emissione monetaria.
Attualmente, il denaro, viene creato in
due modi:
1) La banca centrale (ora B.C.E.) emette
banconote per diversi miliardi di euro e li presta, a tasso 0%, alle comuni
banche commerciali. (emissione esogena).
2) Le banche commerciali, sulla base di
queste riserve di denaro definito “ad alto potenziale”, a loro volta, facendo
uso della “leva bancaria”, ne emettono un multiplo, che arriva fino a 100
volte (emissione endogena).
3) Per effetto di questo anomalo sistema,
le banche private sono tecnicamente tutte fallite (infatti se ho una riserva di
1000, e presto 100 000, è sufficiente che abbia una ”sofferenza” dell’1% per
mangiarmi tutta la riserva).
Il fatto, di per sè non sarebbe
scandaloso, se non si analizzassero alcuni fattori:
1° - In Italia, sia La Banca d’Italia ,
che ogni altra banca , sono private, ed è quindi a privati che lo Stato ha
delegato l’emissione monetaria, e questi privati decidono quindi la
politica economica del nostro Paese.(Unicredit, San Paolo, Monte paschi,
ecc.)
2° - Ovvio e consequenziale è che una
banca privata fa in primis gli interessi dei propri amministratori e soci, non
certo della collettività, per cui le scelte di politica economica sono dettate
dal principio del massimo profitto e non dello Stato Sociale.( Renzo Costi:
“l’ordinamento Bancario” ed il Mulino).
3° - La moneta bancaria, (endogena) è del
tutto virtuale, reggendosi sulla fiducia di chi la riceve: essa è in effetti
una PROMESSA DI PAGAMENTO, che si concretizza in un numeretto sui nostri conti
correnti, digitato con la tastiera di un computer.
4° - Questa moneta, non è garantita da
NULLA. Dal nulla nasce, e nulla la garantisce, tranne la fiducia di chi
l’accetta. Nell’erogazione di un mutuo, l’unico bene reale che garantisce il
“prestito” è l’immobile del cliente, oggetto di prestito. O altri beni
materiali che il mutuatario concede in garanzia.
5° - Dal 1971 non c’è più l’oro che
garantisca alcuna moneta, né alcun altro valore. Le ultime vicende delle
quattro banche italiane fallite, sono a dimostrarlo.
6° - Attualmente, in Italia, il totale
della moneta cartacea, ammonta a circa 159 miliardi di euro. A fronte di
depositi in conto corrente di circa 2250 miliardi (dati B.I.). Il che significa
che la moneta “virtuale” bancaria è circa 14 volte il denaro reale. Il rapporto
è circa : 7% a 93%.
Quando dico “denaro reale”, intendo
“fisico”. In realtà anche il denaro delle Banche Centrali, si regge sul nulla.
Ci sarebbe in verità un altro tipo di
emissione monetaria: quella delle monete metalliche, le quali recano la
scritta “ RI= Repubblica Italiana” ma rappresentano solo lo 0,3% dell’emissione
esogena. Sono però concettualmente molto importanti, poiché, a differenza degli
euro in banconote, (su cui troviamo scritto BCE) sono emesse direttamente dallo
Stato, e quindi sono moneta NON a debito. Come lo furono in passato le 500 lire
d’argento, e il biglietto di Stato a Corso Legale da 500 lire emesso dalla
Repubblica Italiana dal 1975 al 1985, anch’esso NON a debito.
L’impossibilità di avere una Banca
Pubblica, e di non avere il cambio fluttuante, poiché abbiamo una moneta euro
che non possiamo emettere né svalutare, ci costringe a subire le politiche
monetarie economiche e financo fiscali della UE, con gravissimo pregiudizio del
benessere dei nostri concittadini.
SOLUZIONI
Solo per effetto di riavere una Banca
d’Italia pubblica, risparmieremmo circa 75 miliardi di euro all’anno di
interessi sul Debito Pubblico. Denaro che potrebbe andare a vantaggio di pensionati,
lavoratori, disoccupati, ed imprese.
L’indotto che questa cifra genererebbe,
sarebbe un volano economico in grado di creare un circolo virtuoso di
Maggior Domanda Interna-Apertura aziende- Maggior occupazione-Maggior
disponibilità economica- Maggior Domanda Interna, e così via. Con conseguente
maggior gettito fiscale, e maggior PiL. E conseguentemente calo del rapporto
Debito/PiL.
Tutto ciò, senza uscire dall’euro, dalla
UE, e senza rivoluzioni violente.
Esistono poi soluzioni ancor più radicali,
prodromi dell’uscita dall’euro, che tutti noi conosciamo ed abbiamo ampiamente
dibattuto, come i CCF, una moneta parallela sovrana da poter gestire
emettendola e svalutandola alla bisogna, e aggiungo, TUTTE le banche
nazionalizzate, o a riserva 100%.
Ridotto in questi pochi termini, mi rendo
conto che la narrazione appare un po’ semplicistica. Ma forse , più
generosamente, potremmo definirla correttamente “più semplice” nel senso che
qualsiasi altra teoria che ne fuoriesca dal solco, comporterebbe a mio avviso
quasi un depistaggio ideologico.
Un saluto sincero a tutti, Claudio Zanasi
Aggiungo due fatti, molto indicativi a sostegno di quanto detto: il primo: negli ultimi 20 anni, la richezza mondiale appartenente all'1% della popolazione, è passata dal 40 % al 51%. Alla faccia della crisi...
RispondiEliminail secondo, apparentemente irrilevante, ma assolutamente sintomatico: cosa fu fatto negli anni '80 in Italia per sopperire alla cronica mancanza di "spiccioli"? (leggi: denaro) si emisero miliardi in "assegnini" e si diede di fatto corso legale ai gettoni telefonici. Ovvero si introdusse denaro fresco, o il suo succedaneo di una moneta complementare, per aumentare liquidità. Con buona pace di Banca Centrale e di usura bancaria, essendo denaro NON a debito.